Diventare grandi restando piccoli, mantenere l’identità d'impresa ma essere in tanti per parlare con una voce sola a banche, fornitori, mercati esteri ed enti pubblici. E' la sfida lanciata dalle reti d'impresa, da qualche anno modello emergente per far fronte alla crisi aumentando al contempo la competitività , fruendo anche di specifici vantaggi fiscali. La Camera di Commercio di Milano offre assistenza e istruzioni per l'uso, con il progetto “dimensione rete” volto a creare e gestire una rete d'impresa step by step. L'opzione “la rete che fa per me” è studiata per gli imprenditori che cercano il tipo di aggregazione più adatto a loro, compresi i bandi d'incentivo e gli eventi per trovare partner. Forma contrattuale tra aziende diverse che condividono strategia, marketing, logistica e distribuzione per fare crescere il loro business, richiedono un programma comune su ambiti operativi, strumenti da utilizzare e utili da ripartire fra le imprese aderenti, senza dimenticare organizzazione, budget e regole da concordare riguardo le decisioni d'interesse comune. Il notaio stipula un contratto fra le parti da depositare in Camera di Commercio e, in caso ci sia un fondo patrimoniale comune, gli utili di esercizio possono avere agevolazioni fiscali se destinati a nuovi investimenti sul progetto di rete. Le microimprese sono le principali beneficiarie. Il numero di reti si è quadruplicato tra 2011 e 2012. Nella sola Lombardia a maggio 2013 risultavano 277 contratti di rete stipulati, con il coinvolgimento di 1087 aziende e il raddoppio del fenomeno in soli sei mesi. Centinaia di PMI si stanno muovendo nella stessa direzione anche in Lazio e Toscana. Ma sono ancora migliaia le PMI che non conoscono l'utilità dell'aggregazione d'impresa. Anche perché, secondo molti imprenditori che hanno aderito al progetto, essere concorrenziali non basta. E' essenziale condividere le competenze per essere più forti in un sistema globalizzato ed offrire prodotti di qualità con un sistema logistico e una rete di distribuzione comuni, per avere più chances in nuove nicchie di mercato anche all'estero, quando quello interno è poco ricettivo.
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