E’ sempre possibile rimediare ad un errore nell’imputazione di un costo o di un ricavo in bilancio e agli effetti tributari ripristinando la corretta competenza fiscale di tali componenti positivi o negativi del reddito. A confermarlo è l’Agenzia delle Entrate che, con la circolare n. 31, stabilisce che gli errori possono essere sempre rettificati (Bilancio: oneri e proventi straordinari). Ad ogni errore corrisponde una soluzione. Sempre. L’Agenzia delle Entrate precisa che non esiste un errore il cui effetto fiscale sia impossibile da rimediare indipendentemente dall’avvenuto consolidamento del bilancio e dal fatto che dalla correzione possa derivare una maggiore o minore imposta dovuta.
In pratica se il contribuente ha imputato erroneamente un costo o un ricavo potrà rimediare alle conseguenze tributarie che tale errore ha generato. Sarà sufficiente ripristinare la corretta competenza fiscale di tali componenti positivi e negativi del reddito. E questo può avvenire anche se il bilancio è già stato chiuso (Bilancio: conti d'ordine e garanzie dell'impresa). La circolare n. 12 dello scorso 24 settembre punta, in particolare, alla correzione degli errori in bilancio e agli effetti degli stessi sull’imputazione temporale del reddito d’impresa. La correzione, a questo punto, diventa di fondamentale importanza anche perché consentirà al contribuente di proteggersi da eventuali contestazioni o rettifiche operate dai funzionari del fisco.
Quali gli errori sanabili?
- Errata contabilizzazione dei costi: costi contabilizzati in un esercizio successivo a quello di effettiva competenza;
- Mancata contabilizzazione dei ricavi: ricavi contabilizzati in un esercizio successivo a quello di effettiva competenza;
- Errori multipli: all’interno dello stesso periodo d’imposta sono stati commessi più errori afferenti all’imputazione sia di costi che di ricavi dell’esercizio;
- Deduzione di costi non contabilizzati.
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