Legge di Stabilità alla Camera, dopo l’approvazione in Senato del maximendamento con tutte le modifiche apportate in commissione Bilancio. Su alcuni capitoli è intervenuto il Senato (imposte sulla casa) ma sono molti gli emendamenti non passati, a partire dalle modifiche sulle pensioni rispetto alle misure inserite in manovra (Opzione Donna estesa a tutto il 2015, part-time per la pensione per chi ha almeno 63 anni, settima salvaguardia esodati e soglia di esenzione fiscale a 8mila euro per over 75), su cui si è deciso di rinviare il dibattito alla Camera.
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Opzione Donna
Al Senato erano stati presentati diversi emendamenti poi respinti, relativi a tematiche destinate a essere riproposte a Montecitorio.In materia di Opzione Donna, per esempio è saltata l’ipotesi di inserire le lavoratrici che compiono gli anni nell’ultimo trimestre 2015. Al momento, il provvedimento prevede la possibilità di pensione anticipata per le lavoratrici dipendenti con 58 anni e tre mesi e per le autonome con 57 anni e tre mesi, in entrambi i casi con almeno 35 anni di contributi. La maturazione dei requisiti appena descritti deve avvenire entro il 31 dicembre 2015: in pratica, il meccanismo escluse le lavoratrici che compiono gli anni nell’ultimo trimestre. Non si esclude che la modifica venga riproposta alla Camera.
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Pensione anticipata
In generale resta aperto il capitolo sulla flessibilità in uscita, anche se come è noto una più completa Riforma delle Pensioni è poi prevista per il 2016. Comunque, fra gli emendamenti saltati, c’è anche quello sull’APA, assegno pensionistico anticipato, una possibilità di prepensionamento con cinque anni di anticipo e un trattamento da 800-900 euro al mese, che si restituisce poi quando si matura la pensione piena.
Disoccupazione CoCoPro
La commissione Bilancio del Senato ha detto no anche alla Dis-Coll, indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla gestione separata introdotta dal Jobs Act. La proposta riguardava il rifinanziamento 2016 dopo la sperimentazione 2015. Bocciate anche proposte mirate a correggere una criticità della legge, che come è noto prevede la cessazione del rapporto nel 2015, con almeno quattro mesi di contribuzione, di cui almeno uno nell’anno solare in cui si è interrotto il rapporto. Una clausola, quest’ultima, che rischia di escludere gli eventi di disoccupazione intervenuti nel gennaio 2015, quindi prima di poter maturare un mese di contributi nell’anno in corso. Anche qui, non si esclude che il tema venga riproposto alla Camera.
Altre misure
Saltato l’emendamento che chiedeva una riduzione dell’IVA sui pellet, che resta quindi al 22%.