Alcuni dati della Confcommercio sembrano segnalare una lieve ripresa nel 2015, in decisa controtendenza con le stime previste per questo periodo. In particolare sono due gli aspetti sicuramente da evidenziare: il primo è diffuso dall’Ufficio Studi di Confcommercio e riguarda un trend positivo nella natalità delle imprese nel commercio, mentre il secondo deriva dall’Outlook 2015 Confcommercio-Censis, che evidenzia come per la prima volta dall’inizio della crisi economica, le famiglie che hanno aumentato la propria capacità di spesa sono più numerose di quelle che l’hanno ridotta.
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Da una parte quindi le famiglie potrebbero rappresentare una ripresa dei consumi, a favore anche dei commercianti che non provengono da un periodo semplice dal punto di vista economico, anche se non è chiaro se le famiglie riusciranno a coprire tutte le spese con il proprio reddito.
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Dall’altra il numero di nuove iscrizioni di imprese nell’Area Confcommercio e nel commercio al dettaglio potrebbe fornire una boccata di ossigeno ad uno dei settori più colpiti dalla crisi. In questo caso le nuove nate sono aumentate dell’1.6%, ovvero con un tasso maggiore di quello complessivo dell’economia (0.5%).
È tuttavia importante evidenziare che il numero delle cessazioni rimane superiore a quello delle iscrizioni, con un totale complessivo nei primi nove mesi dell’anno di -41.300 imprese dell’Area Confcommercio (commercio, turismo, servizi alle imprese e alle persone, trasporti e logistica). Dato comunque incoraggiante rispetto al -49.000 circa dell’anno precedente, ma soprattutto rispetto alle oltre 300 mila imprese che hanno dovuto cessare le attività dal 2012.