L’Agenzia delle Entrate ed il Governo hanno dato il via ad una nuova strategia di lotta all’evasione fiscale volta ad incentivare gli adempimenti spontanei, ovvero la cosiddetta compliance. Lo scopo è chiaramente quello di aumentare il gettito e le maggiori entrate potrebbero essere utilizzate per ridurre la pressione fiscale a carico degli italiani. Per il raggiungimento dell’obiettivo il Ministero dell’Economia e delle Finanze sta provvedendo al rafforzamento organizzativo e operativo dell’Agenzia delle Entrate, anche sulla base delle valutazioni fornite da FMI e OCSE.
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Iniziative del Governo
Tra le iniziative di maggiore efficacia messe in atto dal Governo c’è sicuramente la condivisione e l’incrocio delle banche dati contenenti le informazioni sui redditi e sulle spese dei contribuenti, la dichiarazione dei redditi precompilata, l’obbligo di fatturazione elettronica nei confronti della PA, i meccanismi del reverse charge e dello split payment e la voluntary disclosure.
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Confronto con il contribuente
Nell’ottica di avviare un nuovo modo di contrastare l’evasione fiscale il Governo nel dare attuazione alla delega fiscale (L. 23/2014) ha modificato la normativa per renderla più chiara e di univoca interpretazione. La novità più importante consiste tuttavia in un cambio di atteggiamento nei confronti dei contribuenti: in caso di dati anomali, il Fisco offre la possibilità di un confronto prima di procedere con procedimenti sanzionatori.
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Banche dati
Grazie all’incrocio delle banche dati, l’Agenzia delle Entrate può segnalare ai contribuenti problemi di adempimento, invitandoli all’adempimento spontaneo magari mediante ravvedimento operoso, pagando solo una sanzione ridotta, prima di attivare l’eventuale processo sanzionatorio. In questo un grande passo avanti è rappresentato dall’introduzione della dichiarazione dei redditi precompilata, che ha debuttato nel 2015 (anno d’imposta 2014).
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Reverse charge e split payment
Il reverse charge e lo split payment sono stati introdotti dal 1° gennaio 2015, il risultato è stato un maggiore gettito IVA stimato per quest’anno nell’ordine di 1 miliardo di euro.
Voluntary disclosure
La voluntary disclosure è una delle misure che più rappresenta la volontà del Fisco di promuovere la compliance. Si tratta infatti di una collaborazione volontaria da parte dei contribuenti italiani che detengono capitali all’estero non dichiarati: in cambio della regolarizzazione spontanea della propria situazione e del pagamento di imposte eventualmente evase vengono offerti sconti sulle sanzioni e con una sanatoria penale che assicura la non punibilità dei reati penali connessi all’evasione, salvo casi di autoriciclaggio.
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Evasione internazionale
Dura anche la lotta del Fisco all’evasione internazionale: in questi 20 mesi sono stati ratificati 8 accordi bilaterali e sottoscritti nuovi accordi bilaterali con 9 giurisdizioni fiscali per adeguare gli accordi contro la doppia imposizione in modo da renderli più efficaci contro l’evasione fiscale e la migrazione di capitali. L’Italia si è fatta inoltre promotrice di accordi multilaterali contro l’evasione internazionale, ovvero di protocolli di scambio automatico di informazioni tra Amministrazioni fiscali grazie ai quali sarà possibile individuare contribuenti italiani che tentano di occultare al Fisco patrimoni costituiti all’estero evadendo le imposte.
Elusione fiscale
L’Italia aderisce inoltre al piano d’azione dell’OCSE contro il fenomeno di base erosion e profit sharing. Si tratta di accordi multilaterali contro l’elusione fiscale volti ad impedire che le società multinazionali trasferiscano costi e profitti tra le diverse filiali così da trarre vantaggio dalla diversità dei sistemi fiscali dei Paesi in cui operano.