Tra le problematiche che stanno frenando l’adozione della voluntary disclosure c’è anche la mancata sanatoria di alcune fattispecie di carattere penale, come l’appropriazione indebita o le false comunicazioni sociali. Il rischio è che qualche Procura possa trasformare la domanda di regolarizzazione in una denuncia di reato (“notizia criminis”), generando pesanti conseguenze per i contribuenti. Sostanzialmente si tratta di fattispecie non tributarie che potrebbero però emergere in relazione ai contribuenti che aderiscono alla voluntary: per gli aspetti tributari scatta la non punibilità, per gli altri no.
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A fronte della denuncia di tale aspetto il Governo sta cercando una soluzione, o meglio sta cercando le risorse necessarie a garantire il condono penale con la voluntary disclosure. La misura correttiva potrebbe essere inserita in un emendamento alla Legge di Stabilità, quindi non con la legge di conversione del decreto legge 153 (Ddl 2070).
Con l’eventuale approvazione degli emendamenti alla legge di conversione della proroga voluntary disclosure potrebbero invece arrivare le seguenti modifiche:
- per ragioni di privacy, far transitare tutte le istanze della voluntary disclosure non più verso le direzioni provinciali dell’Agenzia delle Entrate ma in un ufficio apposito nella direzione centrale accertamento a Roma (emendamenti presentati da Cinzia Bonfrisco, Conservatori e riformisti);
- inserire nell’Agenzia delle Entrate figure di dirigenti intermedi a tempo per esigenze straordinarie e urgenti come il controllo delle istanze della procedura di rientro dei capitali illegalmente detenuti all’estero (emendamento presentato da Maria Cecilia Guerra del Pd).
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