Anche nel 2016 i Comuni potranno decidere di applicare l’addizionale dello 0,8 per mille alle seconde case, portando il prelievo complessivo sugli immobili (TASI+IMU) ai livelli massimi: dal 10,6 all’11,4 per mille. Una quota aggiuntiva della Tassa sui Servizi Indivisibili, ribattezzata super TASI, che nel 2015 ha permesso ai sindaci di incassare circa 350 milioni di euro.
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L’abolizione della TASI, insieme all’IMU, sulle prime case rischia di far perdere ai Comuni un notevole gettito. Ma il premier Matteo Renzi ha promesso, al varo della Legge di Stabilità 2016, che con l’abolizione delle tasse sulle prime i Comuni non avrebbero perso nemmeno un euro. Il punto è che il recupero del mancato gettito rischia di ricadere sulle spalle dei contribuenti in possesso di seconde case, proprio grazie all’addizionale TASI. Secondo i calcoli effettuati da Confedilizia si parla di circa 2 miliardi di euro.
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La differenza rispetto al 2015 è che nel 2016 ad applicare l’addizionale TASI potranno essere tutti i Comuni, non più solo quelli che avevano previsto e finanziato detrazioni a favore dei proprietari di prime case, vista l’abolizione della TASI da tutte le abitazioni principali (esclusi gli immobili di lusso – categorie A1, A8, A9).
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Ricordiamo che la TASI è stata eliminata anche per gli inquilini che abbiano destinato l’immobile ad abitazione principale. Per i proprietari di immobili dati in locazione la quota di TASI da versare è quella stabilita dal Comune con apposita delibera, e può variare dal 70% al 90%. Nel caso in cui il Comune non abbia deliberato la quota da pagare è pari al 90% del tributo.
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L’unico vincolo che rimane è quello di non superare il tetto dell’11,4 per mille.