Penguin 2.0: piccola guida alla sopravvivenza

di Tullio Matteo Fanti

Pubblicato 11 Giugno 2013
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:51

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Ora che Google ha dato vita in via definitiva a Penguin 2.0 diventa più che mai importante ottimizzare il proprio sito prima che la nuova versione del grazioso animaletto ne penalizzi eccessivamente il ranking, e il recupero della posizione nelle classifiche di ricerca diventi eccessivamente arduo.

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Quale è la “mission” del nuovo Penguin 2.0 e perché genera tanti timori?
La nuova versione continua e ottimizza la crociata di Google contro lo spam penalizzando in maniera particolare i siti che presentano link innaturali, in modo particolare le reti artificiose di backlink che puntano verso il proprio sito e che non sono pensate per migliorare l’esperienza di navigazione.

Penguin 2.0 è ancora nuovo e sono ancora molte le cose da capire e scoprire sul suo funzionament; le ondate di paura che hanno colpito coloro che con i siti ci lavorano, sono più che altro da vedere come paura del nuovo, nulla che non possa essere sviscerato con il tempo, come è successo con Penguin 1.0.

Alla fine si tratta di accettare le nuove regole e approfittare dell’occasione per rivedere la propria strategia di business, che dovrebbe avere un effetto a lungo termine e con risultati duraturi, capace di integrare le regole SEO fondamentali, esattamente come suggeriscono le regole del webmaster pubblicate da Google.

Una strategia a lungo termine prevede 4 componenti chiave:

  • pubblicare contenuti impeccabili;
  • ottenere link in entrata autorevoli, reputazione e credibilità ;
  • tenere elevata la proprio attività  sui social network;
  • tenere a mente le best practice in campo SEO, dal file robots.txt alle parole chiave.

Nel caso il proprio sito sia già  stato colpito dal Pinguin 2.0, ecco 5 passi da seguire per risalire le SERP:

  1. scaricare una lista del link in entrata utilizzando “Strumenti per il Webmaster” di Google;
  2. individuare quali di questi sono spam e isolarli;
  3. richiedere ai siti la rimozione dei link;
  4. utilizzare lo strumento “Rimozione URL” in “Strumenti per il Webmaster” di Google, al fine di eliminare i link spammosi;
  5. inviare a Google una richiesta di riconsiderazione per il proprio sito.