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Esodati in piazza, protesta della Lega in Aula

di Barbara Weisz

Pubblicato 15 Settembre 2015
Aggiornato 30 Marzo 2018 08:41

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Cgil, Cisl e Uil in piazza a Roma per questione esodati, la Lega protesta occupando i banchi del Governo alla Camera, l'esecutivo assicura: stiamo valutando soluzione.

Gli esodati manifestano a Roma davanti alla sede del ministero dell’Economia, l’iniziativa è organizzata dai sindacati confederali ai quali si unisce la Lega Nord. I ministero del Tesoro e del Lavoro con un comunicato congiunto assicurano che il Governo sta lavorando per trovare una soluzione alle situazioni di disagio, e ribadiscono questa linea in due incontri, uno con i sindacati confederali, l’altro con gli esponenti del Carroccio. I quali, insoddisfatti delle risposte dell’esecutivo, proseguono nella protesta occupando prima la sede del ministero del Tesoro, poi i banchi del Governo alla Camera. Giornata convulsa, dunque, con il vicepresidente dell’aula di Montecitorio costretto a sospendere la seduta. Il dialogo fra Governo e rappresentanti degli esodati, comunque continua, con un incontro fissato fra 15 giorni.

=> Pensioni: niente salvaguardia esodati nè Opzione Donna

La manifestazione è stata indetta per chiedere una soluzione definitiva alla questione esodati, ovvero quei lavoratori che in seguito ai paletti al pensionamento introdotti dalla Riforma Fornero di fine 2011 sono restati senza pensione e senza occupazione. In particolare, la protesta è rivolta alla recente decisione del ministero del Tesoro di non utilizzare a favore di una nuova salvaguardia le risorse rimaste inutilizzate nell’ambito dei sei provvedimenti che si sono succeduti negli ultimi anni.

Si tratta di circa 500 milioni di euro, che il governo, secondo quanto emerso al termine di un incontro avvenuto in commissione alla Camera lo scorso 9 settembre, sarebbe orientato a non utilizzare per una settima salvaguardia, incamerandoli nelle casse dello stato. La richiesta dei manifestanti: la settima salvaguardia, e anche una soluzione strutturale del caso esodati.

Sul fronte del Governo, si registra una marcia indietro rispetto alle posizioni rigide emerse nei giorni scorsi. Un comunicato congiunto dei ministeri dell’Economia e del Lavoro assicura che i due dicasteri si sono confrontati «per valutare il problema dei lavoratori rimasti senza occupazione nel 2011, con scarse possibilità di ricollocamento sul mercato del lavoro, e prossimi alla pensione senza però averne maturato i requisiti». Il comunicato prosegue sottolineando che «dopo le modifiche al sistema previdenziale introdotte dalla Legge Fornero alla fine del 2011, i Governi e il Parlamento sono intervenuti con sei distinti provvedimenti di salvaguardia a tutela dei lavoratori che avevano sottoscritto collettivamente accordi di incentivo all’esodo». Ora, il Governo sta «valutando una soluzione», e i ministeri Pier Carlo Padoan (Economia) e Giuliano Poletti (Lavoro) stanno «seguendo i lavori con l’obiettivo di dare una risposta alle situazioni di disagio».

Questa posizione dell’esecutivo è stata ribadita dal sottosegretario Pier Paolo Baretta, che ha incontrato rappresentanze dei manifestanti. Al termine degli incontri, i rappresentanti sindacali si sono dichiarati insoddisfatti, e la Lega ha portato avanti al protesta.

Come si vede, il Governo apre a una possibile soluzione del caso esodati, ma al momento non ci sono indicazioni precise su come intende muoversi. Oltre al dibattito sulla settima salvaguardia, nei mesi scorsi si sono alternate ipotesi su soluzioni strutturali, mirate a evitare che in futuro possano ripetersi nuovi casi esodati. Fra le soluzioni allo studio, forme si prepensionamento che eliminino le rigidità della Riforma Fornero di fatto, una nuova riforma delle pensioni, che però stando alle ultime dichiarazioni del Premier, Matteo Renzi, e del ministero dell’Economia, Pier Carlo Padoan, non entrerà nella Legge di Stabilità 2016.

=> Riforma pensioni: il dibattito

Infine, c’è la questione relativa all’Opzione Donna, ovvero la possibilità di pensione anticipata a 57 anni (con 35 anni di contributi) per le lavoratrici che accettano il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno. Sul tavolo, la richiesta di estendere questa opzione anche oltre il 31 dicembre 2015 (il termine attualmente previsto per esercitare l’opzione).