Terminato l’iter dei decreti attuativi della delega di Riforma Lavoro, inizia quella che il ministro Poletti ha definito fase due: la messa a punto dei 60 decreti ministeriali necessari per rendere operative le misure previste. Oltre a questo lavoro, la fase due della Riforma Lavoro prevede un costante monitoraggio sull’attuazione delle norme per valutare l’efficacia delle misure adottate, per pensare eventuali correttivi.
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Misure non operative
Nel dettaglio, mancano circa 15 provvedimenti relativi ai 4 decreti legislativi già in vigore (ammortizzatori sociali, contratto a tutele crescenti, conciliazione casa-lavoro, riordino contratti), mentre tutti gli altri riguardano le misure approvate dal consiglio dei ministri del 4 settembre (semplificazioni, ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, attività ispettiva, politiche attive), di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di oltre 40 decreti applicativi.
Operatività parziale
L’unica eccezione è rappresentata dal dlgs 23/2015, che introduce il contratto indeterminato a tutele crescenti e non necessita di alcun provvedimento attuativo. Per la piena operatività dei nuovi ammortizzatori (tra cui la nuova assicurazione sociale per l’impiego NASpI, al posto dell’ASpI), mancano invece due decreti:
- uno sull’attivazione dei percorsi di riqualificazione per i disoccupati che percepiscono il sussidio (attivo da maggio)
- uno sull’ASDI, il sussidio per i lavoratori in particolari situazioni di disagio che hanno terminato il periodo di NASpI senza trovare lavoro.
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Al decreto sulla conciliazione dei tempi di vita lavoro manca un provvedimento applicativo, che riguarda l’indennità alle lavoratrici iscritte alla gestione separata in caso di adozione. Per portare a termine la riforma dei contratti si attendono 12 decreti ministeriali (riguardano contratti a chiamata e a termine, apprendistato, lavoro accessorio).