Dal primo giugno 2016 le cartelle esattoriali a imprese e professionisti dovranno necessariamente arrivare via PEC, posta elettronica certificata: è una delle principali modifiche al decreto di riforma della riscossione esaminato dal Consiglio dei ministri del 4 settembre insieme ad altri quattro provvedimenti attuativi della delega di Riforma Fiscale. Ora i decreti (che erano stato approvati in prima lettura il 26 giugno) tornano in parlamento per un nuovo passaggio di consultazione e in seguito il Governo li apporverà definitivamente. La tempistica indicata dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: un paio di settimane.
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Gli altri quattro provvedimenti riguardano il riordino delle agenzie fiscali, la revisione delle sanzioni, il monitoraggio dell’evasione fiscale e la riforma del contenzioso tributario. Come detto, la nuova riscossione prevede per il Fisco l’obbligo di inviare le cartelle esattoriali via PEC a imprenditori individuali, società, e professionisti, mentre continueranno a poter essere inviate anche in forma cartacea le cartelle esattoriali ai privati cittadini. Se la PEC non funziona, la cartella viene notificata presso la Camera di Commercio competente per territorio, e ne viene data notizia al destinatario tramite raccomandata. Altre novità riguardano il lieve inadempimento: il termine entro il quale non decade dal beneficio della rateazione è portato a sette giorni (dai precedenti cinque). Infine, scende al 6% l’aggio sulle cartelle Equitalia.
Un’altra novità riguarda le agevolazioni fiscali: ogni cinque anni verranno sottoposte a verifica, ed eventualmente confermate, modificate oppure cancellate. Per il resto, dovrebbero essere sostanzialmente confermate le norme precedentemente inserite nei decreti. Ricordiamo in breve la riforma del contenzioso tributario, con il potenziamento della mediazione, un potenziamento dell’interpello, un riordino del sistema sanzionatorio che inasperisce le sanzioni per reati più gravi e viceversa ammorbidisce quelle per comportamenti non fraudolenti.