Scoperto da Eni un giacimento di gas di rilevanza mondiale nell’offshore egiziano del Mediterraneo, in grado di soddisfare la domanda del paese per diversi decenni. A comunicare la scoperta del pozzo (permesso detenuto al 100%) presso il prospetto esplorativo Zohr, lo stesso gruppo:
«Il giacimento supergiant presenta un potenziale di risorse fino a 850 miliardi di metri cubi di gas in posto e un’estensione di circa 100 chilometri quadrati. Zohr rappresenta la più grande scoperta di gas mai effettuata in Egitto e nel Mar Mediterraneo. Eni svolgerà nell’immediato le attività di delineazione del giacimento per assicurare uno sviluppo accelerato della scoperta che sfrutti al meglio le infrastrutture già esistenti, a mare e a terra. […] La struttura di Zohr presenta anche un potenziale a maggiore profondità, che sarà investigato in futuro attraverso un pozzo dedicato».
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L’Amministratore delegato Claudio Descalzi si è recato nelle scorse ore al Cairo per aggiornare il Presidente egiziano Al-Sisi su questo importante successo e parlare della scoperta con il Primo ministro Mahlab e il ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie Ismail. L’AD ha commentato:
«Questo importante risultato è la conferma delle nostre competenze e delle nostre capacità di innovazione tecnologica con immediata applicazione operativa, e dimostra soprattutto lo spirito di forte collaborazione tra tutte le componenti aziendali che sono alla base di questi grandi successi. La strategia che ci ha portato a insistere nella ricerca nelle aree mature di Paesi che conosciamo da decenni si è dimostrata vincente, a riprova che l’Egitto presenta ancora un grande potenziale. Questa scoperta storica sarà in grado di trasformare lo scenario energetico di un intero Paese, che ci accoglie da oltre 60 anni».
Descalzi ha poi sottolineato come l’esplorazione:
«Si conferma al centro della nostra strategia di crescita: negli ultimi 7 anni abbiamo scoperto 10 miliardi di barili di risorse e 300 milioni negli ultimi sei mesi, confermando così la posizione di Eni al top dell’industria. Questa scoperta assume un valore ancora maggiore poiché fatta in Egitto, paese strategico per Eni, dove possono essere sfruttate importanti sinergie con le istallazioni esistenti permettendoci una rapida messa in produzione».
Se per l’Egitto la scoperta significa piena autosufficenza energetica per parecchi anni, per l’Italia rappresenta un’opportunità di importazione di quel gas che l’Egitto non userà. Per quanto riguarda i tempi per la commercializzazione, le licenze di sviluppo e produzione dovrebbero arrivare entro qualche mese; dunque l’apertura dei primi pozzi è prevista per la prima parte dell’anno prossimo. In relazione alla possibilità di vendere una quota del pozzo appena scoperto, l’AD lascia la strada aperta:
«È una porta aperta, per dare valore e solidità al bilancio di Eni», anche se «qui c’è da spendere meno che in Mozambico, e il nuovo gas andrà soprattutto nel mercato domestico locale, con prezzi ben definiti e scollegati da quelli del petrolio, oggi ai minimi dei sei anni».