L’INPS è disponibile a rivedere l’interpretazione restrittiva dell’Opzione Donna permettendo quindi a tutte le lavoratrici che maturano il diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2015 di ritirarsi: in questo senso vanno le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’istituto di vigilanza, Tito Boeri, al termine dell’incontro in Commissione Lavoro della Camera con i rappresentanti dei ministeri dell’Economia e del Lavoro. Per ora, non sono state prese decisioni, ma comunque è stato messo in calendario un nuovo incontro per venerdì 7 agosto.
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«Ne discuteremo ancora venerdì», ha spiegato Boeri ai cronisti che gli chiedevano se ci fossero margini per un accordo, proseguendo «se se ne discute, vuol dire sì». Il punto è il seguente: l’INPS sta interpretando la norma sull’Opzione Donna concedendo di andare in pensione alle lavoratrici che hanno decorrenza dell’assegno dal 31 dicembre 2015, non che maturano il diritto a ritirarsi dal lavoro alla stessa data. Significa, in virtù del meccanismo delle finestre, una differenza di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. L’Opzione Donna, lo ricordiamo, è esercitabile con 57 o 58 anni di età (rispettivamente, per autonome e dipendenti) e 35 anni di contributi.
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L’incontro in Commissione Lavoro del 4 agosto è durato circa quattro ore, ed è servito a una prima analisi delle diverse posizioni. Molto in sintesi, il ministero dell’Economia e la Ragioneria dello Stato con d’accordo con l’interpretazione restrittiva INPS, mentre il presidente della commissione della Camera, le forze parlamentari, e il dicastero del Lavoro sono favorevoli all’estensione del meccanismo in base alla lettura più ampia della norma (decorrenza della pensione al 31 dicembre 2015). Secondo le dichiarazione rilasciate da Cesare Damiano, presidente commissione Lavoro la posizione dell’INPS è più vicina a quella del Lavoro che non dell’Economia.
Come noto, sull’Opzione Donna ci sono diverse forze politiche, dal PD alla Lega, che hanno presentato proposte per prorogare e anche estendere questa forma di pensionamento anticipato. Damiano sottolinea anche che i fondi ci sono:
«Ci risulta che a fronte del miliardo e 684 milioni in dotazione al meccanismo dell’opzione donna – ha detto – siano stati spesi solo 707 milioni».
Dibattito aperto, appuntamento al 7 agosto.