Gli smartphone consentono di risparmiare tempo e denaro: riducendo le distanze, rendendo le informazioni a portata, effettuando calcoli come piccoli computer che producono efficienza. Ma fino a che punto migliorano realmente la produttività ?
Se ne è discusso approfonditamente di recente sul Wall Street Journal, in un pezzo di Dennis Berkmann, che ha confrontato il loro impatto sulla produttività con quello prodotto dal Web dal 1995.
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Ebbene, secondo le statistiche governative, dopo il 2004 la produttività media sarebbe risultata in calo, così da far affermare ad economicsti come Robert J. Gordon (Northwestern University) che device come l’iPhone non hanno materialmente fatto nulla per migliorare la produttività .
I dati non consentono un paragone effettivo, pur constatando l’universale diffusione degli smartphone in molti settori produttivi, in numerosi casi con risultati evidenti in termini di efficienza.
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Le Mobile App con applicazione diretta negli ambiti business sono innumerevoli e varie.
Da applicazioni come FuelerLinx (confronta il costo del carburante nei diversi aeroporti del mondo, assistendo gli operatori nel realizzare acquisti dove è più conveniente) ad altre come Uber (con cui un cliente può prenotare il più vicino taxi tramite smartphone risparmiando tempo a vantaggio della produttività ).
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Secondo Dan Sichel, professore al Wellesley College, i dati ufficiali sulla produttività sottostimano l’impatto della tecnologia, che però non sempre è in grado di apportare benefici complessivi nel momento in cui si diffonde troppo rapidamente e più della capacità degli uomini di gestirla.
Cosa che può creare un attrito nel sistema, con conseguenze sulla produttività , a svantaggio soprattutto della forza lavoro.