Passera Ministro dello Sviluppo: cosa cambia per le imprese

di Noemi Ricci

Pubblicato 17 Novembre 2011
Aggiornato 30 Gennaio 2012 17:29

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A Corrado Passera, nuovo Ministro dello Sviluppo Economico, il compito di risollevare l'economia italiana: priorità, sviluppo sostenibile e posti di lavoro.

È in mano a Corrado Passera il super-Ministero dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti. Così Mario Monti ha sostituito il ministro uscente, Paolo Romani, formando un nuovo Governo composto esclusivamente da tecnici, senza politici. E all’ex capo d’Intesa Sanpaolo spetta il compito più arduo: risollevare l’economia italiana.

Il neo ministro dello Sviluppo sembra ottimista. Il rischio default esiste ma Corrado Passera si dichiara «fiducioso che si possano convincere i mercati con azioni chiare e piani concreti» e individua come priorità «sviluppo sostenibile e posti di lavoro».

Solo pochi giorni prima della nomina Passera dichiarava: «non investiremmo 500 miliardi e non andremmo in giro a dire che il paese è meglio di quello che sembra se non lo pensassimo. Non siamo la Grecia.[…] Noi dobbiamo salvarci da soli. Ora sta a lui portare a casa un buon risultato.

Investimenti per l’Export

Particolare attenzione è sempre stata riservata dal manager alle imprese che investono nell’Export: non molto tempo fa il neo-ministro Passera spiegava che «nel 2010, le esportazioni italiane sono tornate a livelli prossimi a quelli pre-crisi.

Questa dimostrazione di resistenza e di reazione trova la sua ragione nella forza competitiva delle 200mila imprese esportatrici che costituiscono l’ossatura del manifatturiero italiano. Un sistema che ha saputo innovare ed è stato capace di proiettarsi in maniera più efficace sui mercati internazionali».

Modello tedeco

Probabilmente Passera, per ripensare l’assetto istituzionale italiano, si ispirerà alla Germania, da sempre dal lui presa come esempio di competitività ed efficienza. L’Italia, diceva qualche giorno fa, dovrebbe imparare dal modello federale tedesco e dalla sua capacità di «rivedere le proprie relazioni industriali per coniugare produttività e crescita dei salari, come alla sua capacità di combinare disciplina fiscale con il rilancio selettivo dell’investimento pubblico nelle infrastrutture strategiche».

E chissà se il nuovo ministro dello Sviluppo Economico punterà altresì al modello sociale tedesco, «capace di combinare competitività con lotta alle disuguaglianze e promozione della mobilità sociale» per combattere i crescenti fenomeni della disoccupazione e sotto-occupazione, soprattutto giovanile e femminile. «Concorrenza, meritocrazia, uguaglianza», sono i punti chiave individuati da Passera.