I distretti industriali rappresentano in misura sempre più rilevante una risorsa strategica ed efficace per promuovere il business oltre i confini territoriali: le imprese che ne fanno parte, infatti, hanno maggiori chance di valorizzare la produzione locale spingendo verso l’internazionalizzazione, senza tuttavia rinunciare alla qualità dei prodotti e dei servizi offerti. Un concetto messo nero su bianco dal “Rapporto 2014” stilato dall’Osservatorio Nazionale Distretti Italiani, che sottolinea la:
«spiccata vocazione internazionale di natura essenzialmente commerciale delle imprese distrettuali, in prevalenza caratterizzata da esportazioni dirette e mercati vicini geo-culturalmente».
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Potenzialità
Imprese e filiere distrettuali, stando al rapporto, guardano con interesse ai mercati internazionali, mettendo in atto strategie competitive mirate a diversificare la produzione, reperire risorse qualificate e siglare accordi per l’internazionalizzazione, anche focalizzando l’attenzione sui mercati emergenti piuttosto che su quelli tradizionali.
«Pur nelle difficoltà del momento, nel quadro congiunturale molto difficile, i distretti continuano ad apparire come una forza in continuo movimento, con spinte in avanti, il più delle volte capaci di compensare o attenuare gli effetti della recessione. L’attenzione all’innovazione, l’efficientamento dei sistemi produttivi, la determinazione a individuare nicchie di mercato sempre nuove appaiono oggi, come nel passato, la cifra distintiva di molte imprese distrettuali, gli elementi che descrivono la capacità di tendere costantemente più verso il cambiamento e la crescita che verso l’involuzione. In questo senso, il distretto si conferma come un paradigma specifico del fare impresa sul territorio».
Export distrettuale
È il Rapporto Annuale 2015 dell’ISTAT a fornire cifre dettagliate e interessanti riguardo le attività promosse dai distretti italiani (intesi come sistemi locali caratterizzati da una predominanza di industria manifatturiera e PMI manifatturiere) oltre i confini territoriali, mostrando come l’Export distrettuale includa il 34% di tutte le esportazioni nazionali e indicando alcuni comparti in grado di spingere in modo determinante verso la ripresa dalla crisi. Come si legge nel rapporto:
«in media, i distretti industriali hanno una propensione all’Export più elevata di quella degli altri sistemi locali. Anche in questo caso esiste una tendenza all’aggregazione geografica nei sistemi locali con valori simili. La distribuzione della propensione all’Export conferma sostanzialmente la gerarchia tra le specializzazioni produttive dei sistemi locali; la voce esportazioni è particolarmente rilevante nei sistemi dei gioielli, degli occhiali e degli strumenti musicali (58 mila euro per addetto) e in quelli della fabbricazione di macchine (36 mila euro per addetto)».
Previsioni
Per quanto riguarda le aspettative per il biennio 2015-16, si prevede un aumento del fatturato delle imprese distrettuali in tutte le basilari filiere produttive: si parla di un incremento superiore al 3% sia nel 2015 sia nel 2016.
Per approfondimenti: Rapporto 2014 dell’Osservatorio Nazionale Distretti Italiani; Rapporto ISTAT 2015.