La fatturazione elettronica non fa guadagnare posizioni all’Italia in materia di ritardo pagamenti PA: restiamo fanalini di coda d’Europa e la futura estensione alle operazioni fra privati (volontaria dal 2017) rischia di creare problemi alle PMI: è l’opinione della CGIA di Mestre espressa in audizione presso la commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe Tributaria.
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Pagamenti PA
Obbligatoria verso tutte le pubbliche amministrazioni dallo scorso 31 marzo, dopo una prima fase (iniziata nel giugno 2014) in cui riguardava solo le PA centrali (ministeri, enti previdenziali, agenzie fiscali), oggi la fatturazione elettronica estesa a tutte presenta ancora una serie di criticità. Le imprese si aspettavano un miglioramento nei tempi di pagamento dagli enti pubblici, cosa che invece non sta succedendo. Complice la crisi e gli effetti del Patto di Stabilità Interno, la PA continua a pagare i fornitori con ritardo.
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Secondo gli ultimi dati di Intrum Justitia, c’è una lieve contrazione dei tempi di pagamento rispetto al 2014, ma comunque lo Stato italiano resta il peggior pagatore d’Europa. Il tempo medio di pagamento 2015 è pari a 144 giorni, meglio dei 165 giorni del 2014 e dei 186 del 2010, ma vede il paese molto indietro rispetto ai 38 giorni di media europea.
In Germania la pubblica amministrazione paga mediamente in 19 giorni, in Gran Bretagna si sale a 24 giorni, in Francia a 62, in Spagna a 103. Ma il paese iberico, quindi il meno virtuoso dopo l’Italia fra quelli selezionati, nel 2014 aveva un tempo medio di pagamento di 154 giorni, e in un anno ha quindi velocizzato di 50 giorni i pagamenti, contro i 21 giorni guadagnati, invece, dall’Italia. In generale, i paesi europei hanno velocizzato i pagamenti di 20 giorni, quindi il trend italiano è in linea con quello comunitario.
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Se dunque, almeno sul fronte dell’impatto sul ritardo dei pagamenti PA, la fatturazione elettronica non ha fino ad ora dato i risultati sperati, ci sono perplessità anche relative alla futura estensione della modalità telematica alle operazioni fra privati. Si tratta di una novità prevista da uno dei decreti attuativi della Delega Fiscale, in base al quale dal 2017 questa modalità telematica partirà dal 2017, resterà un’opzione facoltativa, ma sarà incentivata fiscalmente e amministrativamente.
Pagamenti tra privati
La fatturazione elettronica fra privati, secondo la CGIA, «potrebbe creare non pochi problemi organizzativi e di costo alle micro imprese che, notoriamente, non dispongono di una struttura amministrativa interna all’azienda». Ad esempio, oltre il 70% di artigiani e commercianti lavora da solo, senza dipendenti, quindi non ha personale amministrativo.
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Si può sottolineare, a questo proposito, che proprio per facilitare la transizione verso la fatturazione elettronica, l’Agenzia delle Entrate a partire dal luglio 2016 metterà a disposizione un servzio base. L’impegno è comunue quello di prevedere regole che siano il più possibile semplici, e non compirtino un aggravio di costi. Ricordiamo infine che esistono servizi gratuiti per le PMI, come quello delle Camere di Commercio, che secondo gli ultimi dati di Unioncamere riscuote successo.