App gratuite, scambi peer to peer, transazioni mobile: sono tutte modalità di e-commerce che, in base alle più recenti indicazioni OCSE, richiedono una nuova normativa sulla privacy a tutela dei consumatori e sulla sicurezza delle transazioni. L’ultima Raccomandazione OCSE sul commercio elettronico (aprile 2016) prevede, in particolare, che i consumatori abbiano lo stesso livello di protezione previsto per le normali transazioni commerciali e chiede agli Stati Membri di mettere a punto normative che stimolino la fiducia degli utenti.
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In generale, l’OCSE sottolinea come il mercato dell’e-commerce sia in crescita e per questo chieda uno sforzo normativo a garanzia della privacy e della sicurezza delle transazioni. Altre preoccupazioni riguardano l’affidabilità dei prodotti venduti online e la chiarezza delle informazioni.
In particolare, mette in guardia contro i rischi legati ad alcune tecnologie, come le app gratuite e le transazioni “non monetarie” in cui la fruizione di beni o servizi è solo apparentemente gratuita, ma di fatto scambiata con dati ed informazioni personali, transazioni consumer-to-consumer, crescente utilizzo di dispositivi mobile per l’e-commerce.
L’OCSE raccomanda misure per la protezione contro cyber attacchi, furti d’identità, pratiche ingannevoli da parte delle imprese di e-commerce per la raccolta e l’utilizzo dei dati personali dei consumatori. Altro punto su cui insistono le Raccomandazioni, misure per garantire la corretta informazione dei consumatori che devono essere messi in condizione di effettuare scelte consapevoli, per esempio in relazione alla fruizione di contenuti musicali e film online, entrambi settori di e-commerce in forte crescita, che spesso prevedono licenze d’uso e termini che l’utente deve conoscere con precisione. Altre richieste riguardano la necessità di ridurre il rischio del furto di identità, e come detto promuovere la tutela dei pagamenti online. Particolare attenzione andrebbe riservata alla tutela dei minorenni e di altre categorie particolarmente vulnerabili di consumatori.
C’è anche la richiesta di prevedere meccanismi facili da utilizzare per risolvere rapidamente eventuali controversie, nazionali e internazionali.
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La nuova Raccomandazione OCSE 2016 è stata messa a punto dal Comitato per le Politiche dei Consumatori, con la collaborazione dello SPDE (Gruppo di Lavoro Sicurezza e Privacy nell’Ambiente Digitale), di cui fa parte anche il Garante italiano per la Privacy. La prima raccomandazione OCSE sull’e-commerce risale al 1999, quando la spesa per l’e-commerce era ben al di sotto dell’1% del totale di vendita al dettaglio, mentre nel 2014 la percentuale è salita sopra il 7% in Europa e l’11% negli Stati Uniti. La metà delle persone in tutto il mondo OCSE ha compiuto almeno un acquisto online nel 2014.