Uno dei problemi maggiori delle aziende italiane che ancora sono rimaste sul mercato è l’internazionalizzazione. In parole povere, cercare di promuovere l’Export ed espandere il proprio mercato all’estero, visto che quello interno langue. Alcune realtà lo hanno già fatto da tempo e per questo competono ancora in un mercato globalizzato: molte non hanno la dimensione giusta per poterlo fare, mentre quelle che non si sono ancora decise a fare il passo troppo spesso non sanno da che parte cominciare.
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Sul mercato esistono molte aziende di consulenza o agenzie di vendita che promettono mirabili risultati, ma richiedono investimenti e tempo per poter avere i primi risultati. Alternative sono l’acquisto di report con dati il più delle volte obsoleti ed incapaci di fornire una fotografia reale della realtà e delle potenzialità di un determinato mercato. Esistono alternative più veloci, strategie Marketing più aggiornate e meno costose.Moove, ad esempio, ha sviluppato una piattaforma che mette in correlazione il dato economico (gli scambi commerciali fra nazioni riferiti a più di 3.000 categorie di prodotti) con l’interesse del mercato verso il prodotto, rilevato analizzando le conversazioni dei consumatori su social networks e le ricerche sui motori. Il dato che ne esce, oltre alle indicazioni quantitative, riesce a fornire anche quelle qualitative, rispondendo ad una semplice domanda:
In quale nazione il mio prodotto è più apprezzato, riesco a venderlo con margini maggiori e senza una agguerrita concorrenza?
Per raggiungere questo risultato Moove si avvale anche della sentiment analysis, disciplina innovativa che fornisce l’informazione sull’atteggiamento del consumatore nei confronti del prodotto. Per sentiment analysis si intende l’estrazione dello stato emotivo che l’autore di un commento su un determinato argomento, ad esempio, assume quando scrive: “l’autore sta parlando bene o male dell’argomento X?”
Le analisi sono realizzate in più di 30 lingue, tra quelle maggiormente utilizzate in Internet, su più di 250 milioni di fonti, processando più di 60 milioni di post/commenti al giorno.
Ad esempio in figura 1 abbiamo riportato, per un prodotto di largo consumo, il saldo tra il sentiment positivo e quello negativo; il risultato ci mostra dove il prodotto italiano è più “disprezzato” (nazioni in rosso) e dove è “più apprezzato” (nazioni in verde).
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Affiancando questa analisi ai dati economici ed alla “quantità di interesse” nei confronti del nostro prodotto siamo adesso in grado di costruire una strategia per il nostro prodotto (si veda la figura 2).
Il suggerimento al cliente che cerca un mercato di nicchia sarà quindi quello di puntare sulla Danimarca e sulla Serbia in prima battuta, poi su Spagna e Francia. Se invece ha intenzione di entrare nel mercato Cileno o Portoghese il consiglio è quello di correggere la reputazione del prodotto o, meglio, costruirne una propria più salda (per approfondimenti Moove: internazionalizzazione 2.0).