I dati sull’enforcement della BSA (Business Software Alliance) evidenziano coma la pirateria informatica non sia certo conveniente per le aziende, con costi che nel 2009 hanno raggiunto gli 11,3 milioni di euro. Le spese reali sono in realtà ancora maggiori, con costi indiretti dei quali spesso non si è consapevoli.
In Italia la Guardia di Finanza ha effettuato il sequestro di software illegale per oltre 3,5 milioni, sono state sporte denunce per circa 100 responsabili e comminate sanzioni per oltre 7 milioni di euro.
Il costo sostenuto dalle aziende che operavano in violazione della normativa sul diritto d’autore (per le azioni legali) è stato di quasi 212mila 000 euro, con un picco di 77.832 euro per una singola azienda del Centro Italia, a cui vanno sommati gli oltre 70.000 euro necessari per dotarsi delle licenze dei software.
BSA ha ricordato che, tra l’altro, i costi complessivi siano molto maggiori: il costo effettivo comprende, oltre agli esborsi per le spese legali, anche quelli indiretti e legati ai mancati ricavi. Questo, a causa dei periodi di fermo attività per indagini e ai danni all’immagine aziendale, oltre alla necessità di acquistare il software prima posseduto illegalmente.
In ultima analisi, il software illegale ha anche un impatto negativo sull’economia italiana: secondo lo studio “Piracy Reduction Impact” di IDC, un calo del 10% nel tasso di pirateria si tradurrebbe in una crescita dell’economia del paese di quasi 2,8 miliardi di euro, con più di 6.000 nuovi posti di lavoro e circa 763mila euro di entrate per l’Erario.