La media italiana relativa al tasso di occupazione è del 57,5%, ancora lontana dall’obiettivo (il 70% della popolazione attiva) fissato nel marzo del 2000 a Lisbona dal Consiglio Europeo: diventare, entro il 2010, l’economia più dinamica e competitiva del mondo, con la realizzazione di nuovi posti di lavoro e una maggiore coesione sociale.
Infatti, secondo i recenti dati Istat, anche se alcune province italiane hanno già raggiunto, e in alcuni casi superato, il target di occupazione, non si può dire la stessa cosa dell’intera nazione. La classifica delle province con maggiore occupazione vede al primo posto Reggio Emilia, con il 70,8%, seguita da Modena, Bologna e Bolzano. Quella, invece, che su questo tema ha ottenuto il risultato peggiore, e contribuisce ad abbassare la media nazionale, è Crotone con il 39,6%, seguita da Foggia e Siracusa.
Per quanto riguarda il tasso di partecipazione della forza lavoro femminile attiva (obiettivo fissato al 60% nel 2010), alcune province hanno già raggiunto o superato il target: si tratta di Bologna con il 63,2%, seguita da Modena e da Ravenna. All’ultimo posto si trovano Foggia e Crotone. Anche in questo caso, considerando la media generale italiana, il tasso di occupazione femminile è del 45,3%.
Guardando, invece, al dato relativo all’occupazione per le persone over 55, Cosenza si trova al primo posto con il 40,7%, seguita da Ragusa e L’Aquila. Le peggiori, invece, sono Cremona e Lodi.
Infine, se si considera il livello di disoccupazione in Italia, il dato registrato è pari al 6,2% della popolazione sopra i 25 anni. In particolare, è Bolzano la provincia con il più basso tasso di disoccupazione (2,2%), mentre è Enna quella che registra il dato più alto (15.9%).