IBM, Sun, Intel, HP, Rytheon, Cisco, Motorola… le multinazionali con sedi in ogni angolo del Globo hanno trovato nei mondi virtuali la soluzione perfetta.
Ispirandosi a Second Life, il più famoso esempio di metaverso online, le grandi imprese hanno sviluppato ambienti virtuali tridimensionali dove i propri dipendenti possono ‘vivere’ impersonando un avatar, proprio come in un videogioco.
Qui però c’è ben poco da giocare. L’obiettivo di questi progetti, già attivi ma in continuo sviluppo, è consentire ai dipendenti di lavorare insieme, comunicando e intessendo relazioni sociali fondamentali per la condivisione delle conoscenze tacite.
A differenza di Second Life, gli
universi alternativi aziendali
non sono costruiti su internet ma sulle intranet delle imprese, protette da firewall che impediscono l’accesso di visitatori non autorizzati.
Per Sun si tratta della soluzione ottimale che consente a lavoratori, che fisicamente si trovano in diversi Paesi, di lavorare proprio come se fossero nello stesso ufficio. La comunicazione è garantita, oltre che dalle chat testuali, da un sistema audio che permette di parlare con la propria voce.
Per questo, IBM sta mettendo a punto un sistema di traduzione automatica, indispensabile quando gli avatar appartengono a persone di diversa nazionalità che parlano lingue differenti. Ma sono proprio gli avatar tridimensionali la vera marcia in più: rappresentando esteticamente il dipendente, offrono un surrogato accettabile della comunicazione face-to-face, a tutto vantaggio dell’efficacia.