Sotto il vento di una crisi inarrestabile, l’economia mondiale soffre, e ancor più soffrono i lavoratori, il cui posto in azienda è costantemente a rischio. Secondo i dati OCSE, infatti, sono 3,3 milioni i disoccupati in più rispetto al 2009, per un totale di 46,5 milioni.
Ad aprile 2010, l’Italia ha registrato un drammatico incremento: contro una media in area OCSE dell’8,7%, è salita all’8,9% (+1,5% rispetto a dodici mesi prima).
La piaga della disoccupazione è dovuta principalmente alla necessità per moltissime piccole e medie imprese, il vero tessuto imprenditoriale italiano, di ridurre le spese e quindi in prima battuta i costi legati alle risorse umane.
Peggio di noi, in termini di disoccupazione complessiva, si piazzano la Spagna (19,7%), la Repubblica Slovacca (14,1%), l’Irlanda (13,2%), il Portogallo (10,8%), l’Ungheria (10,4%) e la Francia (10,1%). In altre parole brutti segnali dall’Europa, che in media supera quota 10%.
Meglio i paesi del G7, che ad aprile registrano una disoccupazione pari all’8,4%. Interessanti i dati d’oltreoceano, per di più riferiti al successivo mese di maggio, che evidenziano un tasso di disoccupazione invariato per gli Stati Uniti rispetto al mese di aprile (8,1%) e in leggera flessione (-0,2%) per il Canada (9,7%).