Licenziamenti senza reintegro: emendamento del Governo al Jobs Act

di Barbara Weisz

19 Novembre 2014 10:29

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Reintegro solo per alcuni licenziamenti disciplinari: emendamento del Governo al Jobs Act modifica l'articolo 18 e accelera l'iter di approvazione della Riforma del Lavoro.

Risarcimento economico crescente con l’anzianità di servizio per i licenziamenti economici e possibilità di reintegro nel posto di lavoro per quelli discriminatori e solo «in specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare» ingiustificato: è il contenuto dell’emendamento del Governo al Jobs Act su uno dei temi caldi della Riforma del Lavoro Renzi, ossia l’Articolo 18,  su cui è stata raggiunta l’intesa di maggioranza.

=> Riforma del Lavoro: le nuove regole sui contratti da gennaio 2015

Risarcimento

Rispetto a quanto previsto dalla Riforma Monti-Fornero, c’è un’ulteriore limitazione del reintegro: in base alla legge 92/2012 oggi in vigore, anche nei licenziamenti per motivi economici (crisi o riorganizzazione aziendale)  può essere previsto il reintegro (se considerato insussistente il motivo del licenziamento). Il Jobs Act, invece, prevede di abolire del tutto questa opzione quando vi è un giustificato motivo oggettivo per il licenziamento (ossia quello economico), sostituendolo con un risarcimento che andrà quantificato con il decreto attuativo: oggi l’indennizzo è fino a 24 mensilità, con la riforma si arriverebbe ad un massimo di 36, calcolandone 1,5 per ogni anno di lavoro.

Entrata in vigore

La Delega stabilisce anche la previsione di “termini certi per l’impugnazione” del licenziamento, mentre la casistica in cui sarà possibile chiedere il reintegro saranno dettagliati nei decreti attuativi, anch’essi in programma entro fine dicembre così da poter partire da gennaio 2015 con la nuova normativa. Il Jobs Act dovrebbe arrivare in Aula alla Camera con votazione entro il 26 novembre, per poi tornare al Senato in vista dell’approvazione del Ddl delega entro fine 2014.