Per la prima rata TASI–IMU 2014 (non applicata alle abitazioni principali), per sapere quanto pagare di tassa sugli immobili si deve guardare la delibera del proprio Comune di appartenenza, con specifiche aliquote, agevolazioni e regole particolari. Ma quest’anno, oltre al rebus sull’entità della tassa ignota fino all’ultimo minuto (la scadenza del 31 maggio per le delibere è a ridosso del termine di pagamento del 16 giugno), si aggiunge il caos sul numero di rate.
Rata unica a saldo
I proprietari di prime case in tutti quei Comuni in cui non ci sarà una nuova delibera sulla Tasi-IMU 2014 entro la scadenza non pagano l’acconto del 16 giugno:
il comune è tenuto ad effettuare l’invio, esclusivamente in via telematica, della predetta deliberazione, entro il 23 maggio 2014, mediante inserimento del testo della stessa nell’apposita sezione del Portale del federalismo fiscale”
=> IMU-TASI 2014: senza delibere niente acconto prima casa
Attenzione: non è una norma ancora definitiva ma per ora una novità del testo del decreto sulla finanza degli enti locali (Salva-Roma ter) modificato dalla Camera: votato il 10 aprile, ora passa in Senato, dove potrebbe subire ulteriori modifiche. Nel caso il Senato confermasse quanto approvato da Montecitorio.
Calcolo acconto
Come si calcola l’acconto in base ai possibili aumenti dovuti alla flessibilità dello 0,08% sulle aliquote TASI concessa ai Comuni dal decreto in Gazzetta ufficiale? Anche qui, nuove complicazioni.
- Con delibera. Si applicano le nuove aliquote 2014: solo quella TASI per le prime case; IMU + TASI per le altre abitazioni.
- Senza delibera. Nel caso non vengano deliberate entro il 31 maggio aliquote 2014, la norma modificata dalla Camera prevede l’applicazione di un’aliquota TASI standard dello 0,1% (come previsto dalla Legge di Stabilità, che introduce la IUC composta da TASI/IMU + TARI) per gli immobili diversi dalla prima casa (che paga l’acconto solo se ci sono nuove aliquote 2014) da sommarsi all’applicazione dell’aliquota IMU 2013del proprio Comune; quindi dividere per due per ottenere l’ammontare dell’acconto.
Caos normativo
Ma cosa succede nei Comuni che nel 2013 avevano applicato aliquota IMU 1,06%? Il decreto in via di conversione consente di elevare le aliquote TASI sulle seconde case fino all’1,14% (maggiorazione 0,08%), ma così pagherebbero un acconto superiore al saldo. O invece dovrebbero calcolare la metà dell’aliquota massiam possibile (1,14%)? Ultima considerazione. Una delle parole d’ordine della “svolta buona” del governo Renzi è semplificazione per imprese e famiglie, con tanto di promessa di 730 precompilato da spedire a casa di dipendenti e pensionati nel 2015. Come si coniuga questo programma con un ennesimo caos che costringe i contribuenti a calcoli complicati, in base ad aliquote e criteri ancora ignoti a due mesi dalla prima scadenza di pagamento?