Il SISTRI – sospeso dall’articolo 52 del Decreto Sviluppo in attesa di verifiche amministrative e funzionali che ne attestino l’effettiva funzionalità prima dell’entrata in vigore, stimata entro il 30 giugno 2013 – non è stato tecnicamente “soppresso” e pertanto il Ministero dell’Ambiente nega alle imprese il rimborso dei contributi versati finora.
Da molto tempo pronte a dar battaglia per ottenere il rimborso dei contributi versati, le imprese hanno sperato in un recente emendamento Fli a sostegno dei rimborsi, ma il Governo ha espresso parere negativo.
Questo perché la sospensione SISTRI ha riguardato anche i contributi che le imprese avrebbero dovuto versare quest’anno, è vero, ma ha deciso di non considerare il destino dei contributi versati per anni dalle aziende, ai quali è dunque negato il rimborso.
Il sottosegretario all’Ambiente, Tullio Fanelli, ha spiegato che il rimborso dei soldi pagati dalle aziende è «una questione rilevante che potrà essere composta solo se si procederà alla sospensione del SISTRI e se gli esiti dei controlli daranno la rinuncia definitiva al sistema si disciplinerà la restituzione dei versamenti».
Dunque i rimborsi arriveranno solo se il Governo deciderà di sopprimere definitivamente SISTRI.
Sembrava un addio al SISTRI ma così non è: per il ministro Corrado Clini è solo l’ennesimo rinvio per l’avvio di un sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi, che sia il SISTRI a un altro in alternativa.