La possibilità di richiedere metà dell’accantonamento sul Trattamento di Fine Rapporto (TFR) maturato in busta paga da parte dei dipendenti non rischia di avere conseguenze solo per le imprese, ma anche per i lavoratori stessi.
Maggiore imponibile ISEE
Se da una parte i circa 100 euro in più a fine mese, o meglio circa 1200 euro a fine anno, possono rappresentare una boccata d’ossigeno importante per alcune famiglie, dall’altra la misura che potrebbe essere contenuta secondo le previsioni del Governo nella Legge di Stabilità 2015, accanto al Bonus IRPEF da 80 euro strutturale per i dipendenti, comporterebbe un aumento del reddito imponibile ISEE per i dipendenti.
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Minori detrazioni
Un imponibile più alto comporterebbe minori detrazioni ed agevolazioni, ad esempio per quanto concerne gli asili nido, le mense scolastiche e le tasse universitarie. Dunque una nuova questione da risolvere per la squadra di Renzi, dopo aver assicurato liquidità alle piccole e medie imprese grazie al circuito bancario.
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Si tratta di un problema non di poco conto, visto che per lo Stato si tratta di incassare oggi dai 4 ai 6 miliardi di euro, piuttosto che riceverli un domani quando il lavoratore interromperà il rapporto di lavoro. Secondo i calcoli:
- con una retribuzione netta di circa 1.200 euro si otterrebbe un anticipo di TFR pari a circa 57 euro al mese;
- con uno stipendio di 1.340 euro l’anticipo TFR sarebbe di circa 64 euro (59 euro esentasse);
- con 1.600 l’aumento sarebbe di circa 77 euro;
- un quadro supera i 114 euro (88 euro esentasse).
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Aliquote IRPEF
Ai fini IRPEF, in teoria, la parte di TFR in busta paga non dovrebbe essere tassata come cumulo di reddito, con il rischio di vedere applicata un’aliquota IRPEF più alta, ma in modo separato e agevolato. Questo è infatti quanto avviene ora alla fine del rapporto di lavoro, al quale viene applicata un’aliquota media pari a quella IRPEF degli ultimi cinque anni più un 11% della rivalutazione.
Riforma ISEE
In ogni caso, risolta la questione IRPEF, il reddito imponibile ai fini ISEE salirebbe visto che dal 2015 verranno presi in considerazione tutti i redditi a tassazione separata che finora venivano esclusi.
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Un maggiore ISEE, spesso anche solo di poche centinaia di euro, comporta inevitabilmente una riduzione delle detrazioni e delle agevolazioni oggi previste per i redditi medio-bassi. Dunque anticipare il TFR in busta paga potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio per molti dipendenti italiani, una boccata d’ossigeno che rischia di essere annullata per le mancate agevolazioni o addirittura di causare oneri notevolmente maggiori sul bilancio famigliare.