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TASI 16 ottobre: le più care Torino, Roma e Bologna

di Noemi Ricci

Pubblicato 2 Ottobre 2014
Aggiornato 9 Ottobre 2014 09:43

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L'analisi del CREEF che confronta l'impatto della TASI 2014 con quello dell'IMU 2012.

Oramai le delibere dei Comuni italiani in tema di TASI sono state pubblicate in via ufficiale. Facendo qualche conto, in attesa della scadenza per il versamento dell’acconto fissato per il 16 ottobre nel caso in cui il Comune abbia deliberato entro il 10 settembre, emerge come l’imposta risulti più cara del +9,2% rispetto all’IMU 2012 nelle città capoluogo di regione, con Torino, Roma e Bologna in cima alla lista. Le tre città meno care sono invece Trento, Catanzaro e Palermo.

=> TASI in ottobre: elenco Comuni

=> TASI a dicembre: elenco Comuni

Confronto TASI-IMU

A confrontare la situazione in Italia con il passaggio alla TASI, rispetto alla vecchia IMU, è stato il Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione della Federconsumatori (CREEF). In tutto, lo ricordiamo, sono stati 7.405 i Comuni che hanno definito nuove aliquote 2014 per la TASI, pari al 92% del totale, mentre per nei restanti 600 Comuni (2%) si pagherà l’aliquota base dell’1 per mille in un’unica soluzione entro il 16 dicembre.

=> TASI: tutte le delibere 2014 per Regione e Provincia

Aliquote TASI

Nel 90% circa dei Comuni che hanno deliberato l’aliquota media applicata è pari al 1,94 per mille e solo nel 35% dei Comuni sono state definite delle detrazioni d’imposta. Nei capoluoghi di provincia e di regione si registrano le aliquote più alte, in media si paga il 2,46 per mille.

Detrazioni prima casa

Ad introdurre detrazioni sull’abitazione principale sono stati però soprattutto i capoluoghi di provincia: 78 su 107 (circa il 73%).

=> TASI zero: ecco la norma e i Comuni

Una situazione ben diversa da quella che si presentava due anni fa con l’IMU, quando la detrazione sulla prima casa era fissa e pari a 200 euro, più eventuali 50 euro per ogni figlio. Ad usufruirne erano stati i proprietari di 5 milioni di abitazioni principali, che oggi si trovano invece a dover versare la TASI anche in caso di immobili di piccole dimensioni e basso valore catastale. Oggi, nei capoluoghi, per un immobile di 100 mq, categoria catastale A2 classe 3 in possesso di una coppia con un figlio minore di 18 anni il rincaro rispetto all’IMU 2012 è pari al +9,2%. Per Mauro Zanini Vice Presidente Federconsumatori:

«Questa “TASI piatta” si rivela iniqua e regressiva rispetto alla vecchia IMU perché alza il prelievo per le abitazioni di valore medio basso e per le famiglie numerose e lo abbassa per quelli di valore più alto. Una situazione intollerabile».

=> TASI-IMU 2014: istruzioni per calcolo e stampa F24 online

Calcolo TASI

Il tutto senza considerare le complicazioni introdotte dalla TASI. Già il calcolo dell’IMU aveva complicato notevolmente la vita ai contribuenti, ora con la TASI le cose diventano ancora più difficili, data l’estrema eterogeneità delle delibere comunali sull’intero territorio nazionale. Zanini chiede quindi al Governo di rivedere radicalmente la IUC (composta da IMU, TASI, TARI) con la nuova Legge di Stabilità

«Fissando dei paletti in particolare eliminando la possibilità che la TASI nel 2015 arrivi al 6 per mille. Sarebbe un disastro per i bilanci di milioni di famiglie».

Viene inoltre chiesto di rendere obbligatorie le detrazioni per gli immobili di basso valore catastale e le agevolazioni per i nuclei familiari in forte difficoltà economica e sociale, nonché di semplificare il calcolo dell’imposta.