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Cartelle di pagamento Equitalia: sì a class action fiscale

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 25 Febbraio 2013
Aggiornato 11 Luglio 2017 11:57

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La sentenza della Corte di Cassazione che apre la strada alle class action fiscali contro Equitalia: ecco quanto è legittimo il ricorso congiunto proposto da più contribuenti.

Sì alle class action contro la riscossione delle cartelle di pagamento di Equitalia, a patto che il motivo contestato sia identica per tutti i contribuenti che avviano l’azione legale.

È quanto ha chiarito la sentenza n. 4490 della Corte di Cassazione del 22 febbraio 2013: contrariamente a quanto contestato dall’Amministrazione finanziaria, è ammissibile un atto che pretende di tutelare diversi soggetti per distinte cartelle, nonostante  l’art. 18 del dlgs. 546 del 1992 secondo cui «ogni atto autonomamente impugnabile può essere impugnato solo per vizi propri».

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La Corte spiega che il procedimento tributario (come definito dal dlgs n. 546 del 1992) non vincola in alcun modo il cumulo dei ricorsi, la cui unicità non viene violata se più soggetti impugnano atti autonomamente impugnabili per vizi propri deducendo a conforto identiche questioni.

Pertanto: «più parti possono agire o essere convenute nello stesso processo, quando tra le cause che si propongono esiste connessione per l’oggetto o per il titolo dal quale dipendono oppure quando la decisione dipende, totalmente o parzialmente, dalla risoluzione di identiche questioni».

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Quindi, è legittimo il ricorso congiunto contro Equitalia proposto da più contribuenti, «anche se in relazione a distinte cartelle di pagamento, ove abbia ad oggetto, come evincibile nella specie dal contenuto dell’atto introduttivo integralmente riportato in ossequio al principio di autosufficienza identiche questioni dalla cui soluzione dipenda la decisione della causa».

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Una notizia interessante perché permette ai contribuenti di presentare ricorso cumulativamente, riducendo così le spese legali.