Redditometro 2015, i nuovi parametri in vigore

di Barbara Weisz

Pubblicato 28 Settembre 2015
Aggiornato 30 Ottobre 2015 14:32

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Nuovo redditometro 2015: niente accertamento induttivo per voci di spesa non note, medie ISTAT solo in casi particolari e nuovi criteri applicati dai redditi 2011.

Redditometro

In Gazzetta Ufficiale il Redditometro 2015, con i nuovi criteri per la ricostruzione del reddito ai fini dell’accertamento induttivo con le nuove tabelle del Fisco con le spese rilevanti. Il DM 16 settembre 2015 (“Accertamento sintetico del reddito complessivo delle persone fisiche, per gli anni d’imposta a decorrere dal 2011”, G.U. n.223 del 25 settembre 2015) recepisce le osservazioni sull’utilizzo dei dati statistici  formulate a suo tempo dal Garante Privacy e si applica a partire dagli accertamento sui redditi dal 2011 in poi. 

=> Redditometro: basta la capacità di reddito

Nuove voci

La ricostruzione induttiva (medie ISTAT) si applica solo a un ristretto numero di spese, comunque note al Fisco: fitto figurativo (attribuito dal Fisco in assenza di dati sull’abitazione), acqua e condominio, manutenzione ordinaria della casa, pezzi di ricambio, olio e carburanti per auto, moto, mezzi di trasporto, spese per il cavallo. Il criterio di base del nuovo Redditometro è dunque dato dalla centralità delle informazioni in Anagrafe Tributaria, anche per queste spese. La tabella A allegata al decreto ne elenca le tipologie assieme alle fonti ammesse per ricostruirle.Resta diversa la situazione degli investimenti, elencati in tabella apposita, sempre nell’allegato A. In questo caso, le informazioni in Anagrafe Tributaria sono complete e quindi il Fisco è in condizioni di determinare il conseguente incremento patrimoniale.

=> Redditometro: le direttive privacy

Vecchio voci

Stop accertamento induttivo per voci ammesse dal vecchio decreto (Dm 24 dicembre 2012) – applicato ai redditi 2009 e 2010 – quali alimentari e bevande, abbigliamento e calzature, elettrodomestici, arredi e via dicendo. Prima, era teoricamente possibile attribuire al contribuente, in relazione a ognuna di queste voci, la spesa media ISTAT rapportata alla tipologia di nucleo familiare. In realtà, quest’impostazione non è mai stata applicata poiché le istruzioni operative dell’Agenzia delle Entrate avevano già recepito le osservazioni del Garante Privacy contro l’accertamento induttivo relativo a spese non conosciute dall’Amministrazione finanziaria.

Come noto, il principio del Redditometro consiste nell’incrociare i dati relativi a tenore di vita risultante dalle spese e reddito dichiarato: l’accertamento può scattare in caso di scostamento superiore al 20%. Se parte la procedura, il contribuente può dimostrare che le spese sono state finanziate: con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d’imposta, con redditi esenti o soggetti a trattenuta alla fonte, da parte di soggetti diversi dal contribuente. Oppure può contestare le spese, dimostrando che gli sono state erroneamente attribuite.

16 settembre 2015