La crisi economica ha avuto tra gli effetti secondari anche un avvicinamento delle imprese alla cultura dell’eco-sostenibilità, che hanno iniziato a comprenderne i benefici in termini di reputazione aziendale, e quindi di immagine, ma anche dal punto di vista del risparmio energetico ed economico. Tra i primi settori coinvolti nel cambiamento c’è sicuramente il mercato dell’automobile.
A spingere verso le auto ecologiche c’è in prima linea l’Ue, che negli ultimi tempi si è dimostrata intenzionata a predisporre un coordinamento a livello comunitario delle varie iniziative intraprese dagli Stati membri in merito agli incentivi finanziari finalizzati all’acquisto di auto verdi.
Attualmente infatti vi sono notevoli differenze tra i vari sistemi di incentivazione all’acquisto di veicoli puliti a seconda del Paese europeo preso in considerazione, poichè essi operano in maniera indipendente ed isolata l’uno dall’altro.
Un’azione coordinata servirebbe anche per evitare distorsioni sui mercati interni, secondo quanto illustrato negli ultimi tempi dal commissario all’Industria Antonio Tajani sulla strategia per le auto pulite.
Tajani ha quindi previsto per l’anno in corso la redazione di specifiche linee guida sugli incentivi finanziari all’acquisto di veicoli verdi per arrivare ad un coordinamento delle misure adottate dagli stati e stimolare la domanda nel rispetto delle norme antitrust.
L’obiettivo è quello di ridurre delle emissioni di Co2 arrivando a coprire ,ad esempio, con i veicoli elettrici – per i quali l’Ue ha stanziato 23 milioni di euro – una quota di mercato dell’1-2% e del 11-30% nel 2030, con i veicoli ibridi una quota del 2% nel 2020 e del 5-20% nel 2030, ma anche con motori a idrogeno (con celle a combustibile o con reformer a bordo) o biocarburanti e i classici motori termici, sempre più avanzati ed efficienti.
Servono però con urgenza norme comuni. Ad esempio per le auto elettriche sono assolutamente necessari (entro il 2011) sistemi di ricarica unici, così che le batterie possano essere ricaricate in tutti i paesi. Un particolare da cui dipende fortemente lo sviluppo di questo mercato e che si intende sviluppare entro il 2011.
In generale la Commissione europea si dimostra favorevole alla riproposizione degli incentivi per il settore auto purché siano temporanei e legati alla reale rottamazione del veicolo inquinante (quindi niente più spedizioni nei Paesi più poveri) e all’effettivo acquisto di un mezzo nuovo ecocompatibile. Incentivi che alcuni Paesi europei non intendono rinnovare e che invece in Italia avevano portato ad un incremento delle immatricolazioni del +37% (a novembre 2009). Mentre la loro assenza ha invece portato ora ad una frenata del mercato dell’auto italiano (-15,6% ad aprile -13,8% a maggio).