Incubo Grecia: ultime ore per riaprire il negoziato

di Barbara Weisz

29 Giugno 2015 14:14

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Il premier greco Tsipras chiede una settimana di tempo ai creditori per consentire il referendum, l'Europa invita Atene a trattare: banche e mercati chiusi in Grecia, Borse internazionali in rosso.

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Banche greche chiuse, Borsa di Atene chiusa, mercati internazionali in rosso, tensioni sullo spread (pur limitate, almeno per ora, rispetto alla situazione): è uno scenario con pochissimi, drammatici precedenti quello economico e finanziario di questo lunedì 29 giugno, che segue la rottura delle trattative fra la Grecia e i suoi creditori avvenuta ufficialmente venerdì 26 giugno, dopo l’annuncio del premier ellenico, Alexis Tsipras, di un referendum in Grecia il prossimo 5 luglio sul piano di salvataggio (un referendum pro o contro la permanenza nell’euro, come è subito stato definito). La situazione si evolve molto rapidamente: la Grecia chiede una settimana di tempo ai creditori internazionali, l’Europa è impegnata in un tentativo di riaprire il negoziato in extremis. L’avvicendarsi delle notizie nel fine settimana del 27 e 28 giugno è frenetico: la BCE, Banca CEntrale Europea, ha deciso di non fornire ulteriore liquidità alle banche di Atene (dopo gli 89 miliardi concessi la settimana scorsa), e il governo greco ha infine annunciato, domenica sera, la chiusura delle banche per l’intera settimana e della Borsa di Atene.

La prima data fondamentale è quella di martedì 30 giugno, quando scadono sia il programma di aiuti europei alla Grecia, sia il prestito da 1,5 miliardi del Fondo Monetario Internazionale ad Atene. La situazione è precipitata venerdì 26 giugno, quando è stato annunciato il referendum greco del prossimo 5 luglio e il governo di Atene ha chiesto ai creditori internazionali di prolungare fino al 6 luglio il programma di assistenza finanziaria, per attendere i risultati della consultazione. L’Eurogruppo (composto dai ministri finanziari dell’Eurozona) ha detto no, e la crisi si è ufficialmente aperta, con il rischio che martedì 30, senza più un piano di aiuti, e con una scadenza che con ogni probabilità non riuscirà a pagare, la Grecia vada tecnicamente in default, fallimento.

Le ore che separano Atene dal momento del default ufficiale vedono i capi di stato e di governo europei impegnati a cercare una nuova soluzione, è intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, chiamando la cancelliera tedesca Angela Merkel per chiedere di riaprire il negoziato. La Francia ha invitato il premier greco a tornare a trattare, l’Italia appoggia questa linea, la stessa Europa non chiude le porte. Nel pomeriggio di oggi, 29 luglio, sono attese risposte ufficiali dell’UE all’ultima proposta del governo greco: un mese di proroga al memorandum di assistenza (il piano di aiuti), per consentire un sereno svolgimento del referendum ed evitare il crack.

Le prossime ore, come si vede, saranno decisive. Nel frattempo, come detto il Governo greco ha deciso una serie di misure emergenziali: oltre alla chiusura della piazza finanziaria, banche chiuse per sei giorni, con un limite ai prelievi di 60 euro al giorno. Tsipras ha rassicurato i cittadini ellenici sul fatto che i depositi sono comunque garantiti, e gli stipendi verranno pagati. Ci sono alcune filiali degli istituti di credito ellenici che resteranno aperte per pagare pensioni e stipendi e per permettere di ritirare ai cittadini che non hanno bancomat e carte di credito. Il governo greco ha dichiarato che le carte di credito emesse da banche estere (quindi, ad esempio, quelle dei turisti che si trovano in Grecia in questi gironi) non hanno invece alcun limite di prelievo.

Sul fronte delle ripercussioni per l’Italia, segnaliamo le dichiarazioni rassicuranti del ministero dell’Economia Pier Carlo Padoan, che non teme il rischio contagio e assicura che il Paese è ampiamente protetto anche in caso di default greco, senza impatto sul debito pubblico.