No dell’UE all’etichettatura a semaforo: il Parlamento europeo ha votato a larga maggioranza (402 voti a favore e 285 contrari) la revisione del regolamento (CE) n° 1924/2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari. In questo modo il Parlamento europeo invita formalmente la Commissione a riesaminare la base scientifica, l’utilità e la fattibilità, del regolamento n° 1924/2006 sui claim nutrizionali e salutistici isui claim nutrizionali e salutistici, nonché dei profili nutrizionali alla base del sistema della cosiddetta “etichettatura a semaforo” utilizzati nel Regno Unito.
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Tale sistema si fonda sostanzialmente, senza alcuna base scientifica, su valutazioni che riguardano grassi, sale e zuccheri contenuti nei prodotti, non tenendo neanche conto dei quantitativi consigliati nei pasti. In questo modo vengono penalizzati alimenti come olio, formaggi e salumi, anche se di qualità, premiando alimenti definiti “light”. L’onorevole UE, Paolo De Castro, spiega:
«L’indicazione dei profili nutrizionali non ha alcun fondamento scientifico, anzi si rischia in base all’indicazione dei contenuti di grassi, di sale e di zucchero di creare una lista di alimenti catalogati in “buoni” o “cattivi” cosa profondamente sbagliata, non essendo gli alimenti presi singolarmente a essere dannosi, ma le diete in cui vengono inseriti. Inoltre come segnalato dall’esperienza nei supermercati inglesi questo sistema costituisce una penalizzazione anche a livello economico per molti dei nostri prodotti e in particolare dei prodotti tipici con marchio di qualità».
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Estremamente soddisfatta dello stop UE ai profili a semaforo, quindi, l’Italia, da sempre contraria a tale sistema ritenuto nocivo e penalizzante per i prodotti agroalimentari Made in Italy di qualità. Remore appoggiate da altri 15 Paesi UE, come sottolinea il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina:
«Il voto in Parlamento europeo è un successo che l’Italia ha costruito facendo squadra. Abbiamo unito le filiere produttive, quelle agricole e collaborato costantemente con i nostri parlamentari, a partire da Paolo De Castro. Ora ci aspettiamo che la Commissione UE faccia un salto di qualità concreto su questo piano. Lo dobbiamo soprattutto ai consumatori, che vengono tratti in inganno da questi sistemi basati su criteri discutibili. Non è ammissibile che le nostre aziende che lavorano sulla qualità e producono alcuni dei prodotti cardine della dieta mediterranea vengano penalizzate, mentre invece le bibite gassate “light” ricevono il bollino verde. L’Italia andrà avanti con determinazione».