Le modifiche del governo Letta alla Riforma delle Pensioni dovrebbero includere il tanto atteso riconoscimento per lavoratori precoci e lavori usuranti e intanto si discute sulle possibili soluzioni per le pensioni anticipate In realtà più che verso una vera e propria Riforma delle Pensioni, le azioni del Governo sembrano orientarsi verso una serie di interventi separati e specifici per alcune categorie di lavoratori. => Vai allo Speciale Pensioni
Sistema previdenziale in equilibrio
Sulle ipotesi di Riforma delle Pensioni si è espresso anche il capogruppo del PdL alla Camera, Renato Brunetta, per il quale «dal punto di vista macroeconomico, il sistema pensionistico italiano, salvo qualche coda su cui si sta lavorando, non solo è in equilibrio, ma rappresenta una delle soluzioni più avanzate rispetto ai parametri europei». Brunetta si dichiara contrario alla possibilità di intervenire sulle pensioni d’oro e d’argento (leggi il podio) e richiamando la sentenza della Corte Costituzionale ha ricordato che non è possibile andare a penalizzare solo una parte degli assegni pensionistici: «qualsiasi intervento non può aggirare i parametri giuridici fissati dalla recente sentenza della Corte Costituzionale secondo cui non sono ammissibili misure che non abbiano un contenuto universale. Che non riguardino, cioè, l’intero sistema pensionistico. Ne deriva che nessun ulteriore balzello può essere posto a carico di questa o di quella categoria di pensionati» (Pensioni d’oro=> prelievo di solidarietà incostituzionale). Secondo Brunetta nel nostro Paese tutte le pensioni in essere sono «privilegiate», ovvero la «rendita pensionistica è sempre superiore ai contributi versati», fare in modo che vi sia una stratta corrispondenza tra quanto versato e quanto ricevuto in pensione causerebbe per il ministro una forte penalizzazione soprattutto per le pensioni più basse.
Prestiti per pensioni anticipate
L’idea del ministro del Welfare Enrico Giovannini prevede la possibilità di andare in pensione in anticipo richiedendo un prestito concesso dall’INPS, una opzione alla quale avrebbero accesso anche i lavoratori precoci e usuranti. Ovviamente poi bisognerebbe restituire tale prestito di pre-pensionamente, il che si tradurrebbe in una riduzione degli assegni previdenziali. Una soluzione che non convince del tutto e che vede tra le posizioni più critiche quella del presidente della commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, che propone invece la flessibilità in uscita. Per quanto riguarda le categorie di lavoratori precoci e usuranti l’opinione maggiormente condivisa prevede la definizione di trattamenti a parte.