Tra i tanti capitoli sospesi della tanto attesa Riforma Pensioni c’è anche la corretta applicazione dei termini per l’Opzione Donna, ossia la possibilità di pensione anticipata per lavoratrici di 57/58 anni (dipendenti/autonome) e 35 di contributi, in cambio di un ricalcolo dell’assegno, così come previsto dalla legge 243/2004, su cui c’è un nodo irrisolto con l’INPS. Il punto è il seguente: mentre il Governo ha rinviato la riforma delle pensioni nel suo complesso (flessibilità in uscita, ecc.) escludendola dalla prossima Legge di Stabilità, allo stesso tempo ha mostrato maggiore apertura su fronte esodati (eventuale settima salvaguardia) ed Opzione Donna, con una ipotesi di soluzione già per fine settembre.
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Questo, dopo la bufera di proteste levatesi a margine delle prime dichiarazioni dell’Esecutivo, decisamente avverse ad una soluzione prossima ai due temi caldi. Dunque uno spiraglio c’è ancora, ma bisogna capire cosa significa:
- interpretazione autentica del nodo INPS, ossia proroga a fine 2015
- estensione anche al 2016?
Il nodo
L’INPS fino a questo momento ha interpretato restrittivamente la legge, riconoscendo il diritto alla pensione anticipata alle donne che maturano la decorrenza entro fine dicembre 2015, ma non a coloro che entro la stessa data ne maturano il diritto. Significa una differenza dai 12 ai 18 mesi, rispettivamente per dipendenti e autonome, in virtù del sistema delle finestre mobili (che prevede un intervallo di tempo fra maturazione del diritto e decorrenza della pensione).
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La richiesta dei sindacati è di concedere il prepensionamento a tutte le donne che maturano il diritto alla pensione entro fine anno. L’INPS fino a questo momento ha registrato una piccola apertura, accettando le domande anche di queste lavoratrici, ma senza approvarle. C’è anche un contenzioso giudiziario aperto, con il TAR Lazio che dovrà pronunciarsi entro il prossimo 6 ottobre 2015.
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Ebbene, la posizione del Governo non è di chiusura totale, sembra dunque possibile che entro fine mese si arrivi a una qualche soluzione. Non si esclude che l’argomento venga affrontato il prossimo 24 settembre alla Camera nel corso dell’audizione dei ministri Padoan (Economia) e Poletti (Lavoro), che riguarderà il caso esodati. Per quanto riguarda l’ipotesi di estendere questa forma di prepensionamento oltre il 2015, il discorso è diverso: è un’ipotesi presa in considerazione, stando al dibattito degli ultimi mesi, ma che al momento sembra accantonata. Con ogni probabilità, questo capitolo verrà affrontato con la Riforma Pensioni, che al momento sembra rinviata al 2016.