Su oltre 170mila esodati tutelati dai sei provvedimenti di salvaguardia, circa 97mila posizioni sono state certificate (inserite fra gli aventi diritto alla pensione) e 60mila le pensioni erogate: sono i dati INPS di fine novembre sull’andamento delle salvaguardie. Sullo sfondo, resta viva la diatriba sui lavoratori “dimenticati” dalle tutele: il commissario INPS Tiziano Treu continua a dichiarare tecnicamente risolto il problema Esodati se non per pochi casi isolati, ma lo smentiscono i numeri stessi che l’Istituto di previdenza ha fornito al Governo, migliaia senza pensione né lavoro. Il tutto, provocando la reazione infuocata della Rete dei Comitati degli Esodati.
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Esodati e pensioni
Gli esodati coperti dai sei provvedimenti di salvaguardia sono 170.230. Nel dato sono compresi i 32.100 lavoratori della sesta salvaguardia, per la quale sono ancora aperti i termini per le domande. Rispetto alle prime cinque, 97.667 sono stati certificati e 60.199 hanno iniziato a prendere la pensione. La situazione nel dettaglio:
- Prima salvaguardia: prevista dalla legge 214/2011, articolo 24, commi 14 e 15, tutela 65mila posizioni. L’INPS ha praticamente concluso i lavori, con 64.374 certificazioni e 42.459 pensioni liquidate;
- Seconda salvaguardia: prevista dalla legge 135/2012, articolo 22, comma 1, riguarda 35mila posizioni (dovevano essere 55mila ma il numero è stato rideterminato dall’articolo 1 della legge 147/2014). Quelle certificate sono 16.959, le pensioni erogate 8.556;
- Terza salvaguardia: prevista dalla legge 228/2012, articolo 1, commi 231 e seguenti, comprende 16.130 esodati ci cui 7.344 certificati e 5.531 stanno ricevendo l’assegno;
- Quarta salvaguardia: prevista dalla legge 124/2013, articoli 11 e 11-bis per una platea di 5mila esodati (doveva riguardare 9mila persone), vede le posizioni certificate a quota 5.870, le pensioni erogate a 1.256;
- Quinta salvaguardia: prevista dalla legge 147/2013, articolo 1, commi 194 e seguenti, è relativa a 17mila esodati e registra 3.120 posizioni certificate: 3.120 e 2.397 pensioni liquidate.
- Sesta salvaguardia: prevista dalla legge 147/2014, consente l’invio delle domande entro il 5 gennaio (con procedure diversi per le varie tipologie di lavoratori).
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La polemica Esodati-INPS
A riaccendere la polemica, le dichiarazione di Tiziano Treu secondo cui «ci sono ancora delle persone anziane disoccupate ma non esodati, perché l’esodato è uno che aveva fatto dei conti o degli accordi». Conclusione: «gli esodati in senso tecnico non ci sono più». Il commissario INPS di fatto ripropone una posizione già espressa diverse volte negli ultimi mesi e alla quale avevano già replicato gli esodati, esattamente come fanno anche questa volta.
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La Rete dei Comitati Esodati esprime il «massimo disappunto» e ribadisce che ci sono ancora 200mila non salvaguardati. Il comma 14 dell’articolo 24 del Dl 201/2011, convertito poi nella legge 214/2011, ricordano, prevedeva di salvaguardare lavoratori in mobilità, autorizzati ai contributi volontari e fondi di settore, mentre provvedimenti successivi hanno inserito anche cessati con accordi collettivi o individuali, cessati unilaterali o con contratto a tempo indeterminato.
Poi, però, i diversi provvedimenti attuativi hanno inserito paletti che, secondo la Rete, insieme al «limite temporale del 6 gennaio 2016 per la decorrenza della pensione (stabilite per autorizzati ai contributi volontari, agli ex lavoratori posti in mobilità e a tutte le fattispecie di cessati), sono la causa che provoca l’esistenza delle decine di migliaia di non salvaguardati, la cui età rasenta i 60 anni e oltre». Le tabelle INPS presentate al Parlamento dal Sottosegretario Bobba prevedono 49500 esodati con decorrenza pensione fino al 2018 e attualmente non tutelati, mentre i numeri INPS del 2012 inviati al Ministero del Lavoro contavano circa 400mila esodati, che al netto dei 170mila salvaguardati lasciano fuori oltre 200mila posizioni.
Consulta le tabelle INPS sull’andamento delle salvaguardie aggiornate e fine novembre