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Microcredito PMI: Guida dai Consulenti del Lavoro

di Barbara Weisz

Pubblicato 20 Marzo 2015
Aggiornato 17 Febbraio 2022 13:50

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Approfondimento dei Consulenti del Lavoro sul bando Microcredito PMI del MiSE: finanziamenti fino a 25mila o 35mila euro per piccoli imprenditori e autonomi, ecco come.

Prosegue il lavoro informativo dei Consulenti del Lavoro sul bando del MiSE per il Microcredito PMI in vista del click day di aprile, che darà l’opportunità concreta di accedere ai fondi: dopo la circolare dello scorso 6 marzo, ecco un approfondimento della Fondazione Studi destinato ad imprese, autonomi e professionisti interessati ad accedere al Fondo per il microcredito PMI, che ha una dotazione di 40 milioni di euro (30 del ministero e 10 dei parlamentari del Movimento 5 Stelle).

=> Bando Microcredito PMI: indicazioni operative

Ricordiamo che il bando del MiSE riguarda la possibilità di ottenere finanziamenti fino a 35mila euro in favore di piccoli imprenditori che intendono avviare un’attività. Il riferimento normativo è il decreto ministeriale del 24 dicembre 2014. In attesa della data del click day, i consulenti del Lavoro, partner dell’iniziativa, hanno predisposto un apposito sito, costantemente aggiornato con le novità relative al bando Microcredito PMI, e con l’approfondimento forniscono un utile vademecum su come funziona il Fondo.

=> Microcredito PMI: al via nuovo Bando MiSE

Beneficiari del microcredito PMI

I finanziamenti sono destinati a piccoli imprenditori, autonomi e professionisti che vogliono aprire o sviluppare un’attività. In particolare possono accedere al bando:

  • lavoratori autonomi (professionisti iscritti agli ordini e non) titolari di partita Iva da meno di cinque anni e con massimo cinque dipendenti;
  • imprese individuali titolari di partita Iva da meno di cinque anni e con massimo cinque dipendenti;
  • società di persone, società tra professionisti, srl semplificate, società cooperative titolari di partita Iva da meno di cinque anni e con massimo dieci dipendenti.

Sono escluse le imprese che al momento della richiesta presentino, anche disgiuntamente, i seguenti requisiti:

  • imprese che hanno presentato istanza di fallimento e nei tre esercizi precedenti, o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore, abbiano un attivo patrimoniale annuo non superiore a 300mila euro oppure ricavi lordi non superiori a 200mila euro;
  • imprese con livello di indebitamento superiore a 100mila euro.

Adempimenti per avviare la pratica

Innanzitutto, bisogna rivolgersi a uno dei Consulenti del Lavoro abilitati, il cui elenco è presente sul sito dei Consulenti del Lavoro (clicca qui). Nel frattempo, si mette a punto un piano imprenditoriale, verificando il possesso dei requisiti normativi e della documentazione necessaria: copia carta d’identità e codice fiscale del richiedente, certificazione attribuzione partiva IVA, certificato di iscrizione CCIAA (Camera di Commercio) o certificato iscrizione ordine professionale, libro unico del lavoro, ultimi tre bilanci.

A questo punto, sarà il Consulente del Lavoro a presentare l’istanza, secondo le modalità previste dal ministero dello Sviluppo Economico. Successivamente, quando arriva la risposta positiva del ministero, ci si rivolge a una banca o a un operatore finanziario abilitato al Microcredito iscritto nell’elenco di cui all’articolo 111 del TUB (testo unico bancario), per ottenere il finanziamento. Sarà sempre il Consulente del Lavoro a seguire gli adempimenti amministrativi per l’inizio dell’attività, nel caso di nuove imprese, e la regolare erogazione del finanziamento e la realizzazione del piano imprenditoriale.

Caratteristiche del finanziamento

In realtà il prestito base è pari a 25mila euro, che però possono salire a 35mila in una fase successiva, a fronte di un contratto che prevede ulteriori 10mila euro in caso di pagamento puntuale delle ultime sei rate e raggiungimento dei risultati intermedi previsti dal progetto finanziato. Nel caso in cui il Microcredito iniziale sia inferiore ai tetti massimi, la banca può concedere un ulteriore prestito fino a concorrenza dei limiti sopra descritti (25mila o 35mila euro). Il rimborso avviene a rate trimestrali, è possibile ottenere proroghe per esigenze legate alle caratteristiche del progetto. La durata massima del finanziamento è di sette anni, che possono arrivare a dieci solo nel caso in cui il Microcredito serva al pagamento di corsi di formazione anche di natura universitaria o post-universitaria volti ad agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone fisiche beneficiarie. Ecco quali sono gli altri utilizzi possibili delle somme ottenute con il Microcredito (con finanziamento a sette anni):

  • acquisto di beni, incluse le materie prime necessarie alla produzione di beni o servizi e le merci destinate alla rivendita, o di servizi strumentali all’attività svolta, compreso il pagamento dei canoni delle operazioni di leasing e delle spese per polizze assicurative;
  • retribuzione di nuovi dipendenti o soci lavoratori;
  • pagamento di corsi di formazione per elevare qualità professionale e capacità tecniche e gestionali del lavoratore autonomo, dell’imprenditore e dei relativi dipendenti, dei soci.

(Fonte: approfondimento della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro del 16 marzo)