Ancora brutte notizie dalla manovra finanziaria 2011: per i lavoratori autonomi e per i possessori di partite IVA addio al regime fiscale dei minimi dopo i primi 5 anni d’attività. Inoltre, saranno tagliati fuori il 90% degli attuali beneficiari: gli autonomi con reddito compreso fra i 20mila e i 30mila euro. A scendere drasticamente, infatti, non sarà solo il forfait fiscale ma anche la platea di chi potrà scegliere questa opzione: da 500 a 50mila contribuenti circa. [LEGGI: Guida al Regime dei Minimi 2011-2012]
Ora, solo i neo-imprenditori potranno optare per il pagamento agevolato delle imposte sul reddito, pur divenendo ancor più conveniente: 5% a forfait (e non più 20%) al posto di IRPEF, IRAP, IVA, e tributi locali, esonerando anche dall’adesione agli Studi di settore.
La nuova cedolare secca non porterà dunque benefici ai più, anzi: il risultato, evidentemente, sarà che per tutti quelli che rimarranno fuori vi sarà un incremento della pressione fiscale del 6%-9%, stando alle stime Acta (associazione del terziario avanzato). Di contro il Governo incasserà di più. (i dettagli: Guida al Regime dei Minimi 2011-2012)
Il regime dei minimi rappresentava un vantaggio economico per le imprese con piccoli fatturati e portava con sé anche una cerca riduzione degli adempimenti fiscali che ora verrebbe meno, andando nella direzione opposta a quella dichiarata dallo stesso Governo.
Sempre per il mondo delle partite IVA, si conferma l’intenzione di mettere a punto una norma volta a cancellare le partite IVA inattive da tre anni. Secondo l’Agenzia delle Entrate sarebbero circa due milioni, a detta dell’Ente mantenute in vita per ingannare il Fisco. L’alternativa alla chiusura potrebbe essere il pagamento di una sanzione di 129 euro.
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